sabato 10 gennaio 2015

Il mondo va al rovescio come l'Onu che da voce a terroristi?





Il mondo va al rovescio come l'Onu che da voce a terroristi d'Hamas e Hezbollah?

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Il mondo va al rovescio come l'Onu legittima i terroristi d'Hamas e Hezbolah?

D'accordo che il Popolo Palestinese soffre e tenuto in pugno da un Governo di Hamas e Hezellah sigle di terroristi e sanguinari NON come dice D'Alema, er Molotoviano€Baffino vignaiole di viti sballate: “ Sono Membri eletti” ma con AK-47 l Kalashnikov alla testa?

Peccato che per Berlusconi 10mldi voti non sono batati visto che il Pd s'è comportato come quel luglio '92 il Pci con “ Sir George” Napolitano facendo il Ponzio Pilato! Oggi i traditori della Patria gli hanno tolto il titolo di Cavaliere conquistato sul campo!

Cosi come la Boldrini ecco l'Onu ripete il rewind mentre il mondo cade a pezzi insanguinato da mostri radicalizzati anche dove sono cresciuti e pasciuti alla grande! O Madrid, Londra e Parigi non basta? Rileggiti gli articoli di Oriana Fallaci. Pensaci Giacobino!








Riunione d'emergenza-Onu: "Da Israele possibili crimini di guerra. Hamas attacca i civili in modo indiscriminato " L'Alto Commissario per i Diritti Umani dell'Onu, Navi Pillay: "Basta attacchi ai civili". Il segretario di Stato Usa, John Kerry, a Tel Aviv

 ONU: DA BOLDRINI PER I REPINGIMENTI A A Navi Pillay, Alto Commissario per i Diritti Umani dell'Onu


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IERIOGGIBambini soldatoLA PACE?...QUELLA ETERNA?...






ED ORA CRIMINALI DI GUERRA, SE TERRORISTI SCAVANO TUNNEL PER SCANNARLI DI NOTTE? CHE DIRE DEI BAMBINI IMBOTTITI DI C4 E MILIARDI SPEDI IN ARMI, MENTRE IL POPOLO NAVIGA NELLA MERDA, MENTRE IL POPOLO ISRALIANO HA FATTO FIORIRE UN DESERTO? CHE DIRE DEI 15 € DI TASSA PER ATTRRAVERSARE UNA QUADRA?http://it.wikipedia.org/wiki/Campo_di_sterminio

http://it.wikipedia.org/wiki/Campo_di_sterminio
ISRAELE POPOLO PERSEGUITATO E QUASI STERMITANTO
http://it.wikipedia.org/wiki/Campo_di_sterminio







Gaza, bambini kamikaze per Hamas
A che cosa può giungere il peggiore degrado umano.  Una bambina di 9 anni è stata attivata come una bomba da due uomini e due donne. Nel nord ovest del Pakistan.   Non ci sono parole.
Gruppo d’Intervento Giuridico


A.N.S.A., 20 giugno 2011

Pakistan, fermata baby-kamikaze. Bloccata dalle forze di sicurezza pachistane.

ISLAMABAD – Le forze di sicurezza pachistane hanno bloccato nel nord-ovest una bambina kamikaze di nove anni che stava per realizzare un attentato.  La bimba, di nome Suhana Ali, è stata bloccata non lontano da un posto di controllo a Islam Dara, nel distretto di Lower Dir della provincia di Khyber Pashtunkhwa (Pakistan nord-occidentale), quando un agente ha notato sul suo corpo un innaturale rigonfiamento. Un controllo ha permesso di appurare che la ragazzina aveva indosso un giubbotto esplosivo pronto per essere attivato. L’operazione di polizia, e l’età della piccola, sono stati confermati all’ANSA di Islamabad da un ufficiale della polizia. “Sushana – ha spiegato – viene dall’area di Hashtnagri vicino a Peshawar ed è stata sequestrata da quattro persone, uomini e donne. Suo padre è handicappato e povero, mentre la madre è una sarta”. Durante l’interrogatorio la bimba ha detto che i suoi rapitori le hanno somministrato sedativi. “Mi hanno ordinato di premere il bottone – ha infine detto – al momento di passare nel posto di controllo, ma la polizia mi ha fermato prima che io vi arrivassi”.
(foto da mailing list sociale)

Palestina, i bambini soldato invisibili

 

Edoardo Castagna, Avvenire

IL CASO: I movimenti di “resistenza” in Cisgiordania e a Gaza spesso reclutano adolescenti, anche come kamikaze. Però l’Unicef fa finta di non vedere
Tra i quattordici e i diciassette anni vengono definiti “bambini” se sono vittime, “giovani” se carnefici. Ragazzini arruolati fin dal 1969

Bambini soldato Bambini (e bambine) soldato. La mente corre immediatamente verso l’Africa nera, verso i brutali e corrotti signori della guerra della Sierra Leone, della Costa d’Avorio, della Liberia, della Somalia. Mai che ci si ricordi, chissà perché, della Palestina. Lo sguardo occidentale, e soprattutto europeo, è sempre più monocolo: da una parte i cattivi, gli israeliani con i loro muri e i loro blindati; dall’altra i buoni, i poveri diavoli violentati dall’arroganza militar-capitalista e “costretti” a difendersi a mani nude contro i carri armati. Ogni atto militare dei palestinesi è immediatamente rubricato sotto l’etichetta nobile di “resistenza”, ogni pervicace rifiuto al compromesso con Israele diventa la giusta difesa dei propri diritti calpestati. In questa distorta prospettiva non stupisce che mai, o quasi, si sia applicata l’infamante etichetta di “bambini soldato” ai ragazzini arruolati da al-Fatah, da Hamas o da altre sigle palestinesi per trasformarli in bombe umane. Magari per uccidere altri bambini, quelli ebrei, quelli che fanno un po’ meno tenerezza, un po’ meno pena.
A chiamare le cose con il loro nome è invece l’antropologo americano David M. Rosen, che dedica un’intera sezione del suo Un esercito di bambini ai piccoli “martiri” palestinesi. Risale addirittura al 1969 il primo utilizzo, da parte dell’al-Fatah di Arafat, di bambini soldato: due tredicenni, che il 9 settembre assaltarono con le bombe a mano la sede di Bruxelles della compagnia aerea israeliana El Al.
Bambini soldato Un caso per nulla isolato, come dimostra il crescendo che ha accompagnato, a partire dal 2000, la seconda Intifada. Ayat, ragazzina sedicenne, uccide una coetanea israeliana facendosi esplodere nel 2002. Nel gennaio 2003 due quindicenni vengono abbattuti mentre tentano di attaccare un insediamento ebraico, in agosto due diciassettenni si trasformano in uomini (si fa per dire) bomba. Nel 2005 un’altra ragazzina, la quindicenne Noura, attacca un check-point armata di coltello: uccisa. E poi Muhammad, kamikaze diciassettenne; Issa, sedicenne; Majd’, ancora diciassette anni; senza contare la miriade di ragazzini, anche più piccoli, coinvolti negli scontri a Gaza o intorno alle colonie ebraiche in Cisgiordania…
Solo esempi: l’elenco, naturalmente, non è completo. Ma è più che sufficiente a mostrare che il ricorso ai bambini soldato, in Palestina, non è né casuale né sporadico, ma una scelta sistematica. Le varie organizzazioni paramilitari o manifestamente terroristiche, da al-Fatah ad Hamas, dalla Jiahd islamica alle Brigate dei martiri di al-Aqsa, negano, da sempre. Eppure lo “Human Rights Watch” (“Osservatorio sui diritti umani”) non si stanca di mettere in guardia contro questi disconoscimenti, che glissano sul tema dell’età, che minimizzano l’opera di reclutamento, che definiscono gli atti dei ragazzini del tutto indipendenti e volontari.
Eppure un sedicenne, condannato all’ergastolo da un tribunale militare israeliano per aver tentato di farsi esplodere su un autobus, ha confessato nel 2002 di esser stato reclutato da Hamas.
Eppure la stessa Jihad islamica ha ammesso, in un caso sempre del 2002, di aver insegnato a guidare a un sedicenne per poterlo utilizzare come autobomba kamikaze. In fondo, in tutto questo non c’è nulla di sorprendente. L’opinione pubblica palestinese, come quella araba più in generale, è ampiamente comprensiva – quando non apertamente a favore – dell’impiego dei kamikaze.
Bambini soldato I bambini di Gaza e della Cisgiordania crescono immersi un un clima di odio, di disprezzo del nemico sionista, di radicale negazione di qualsivoglia diritto ebraico. I testi scolastici sono notoriamente scandalosi, aggressivi, falsi, vere e proprie istigazioni all’odio. La violenza è il contesto quotidiano, non soltanto contro gli israeliani ma anche tra fazioni palestinesi, come hanno mostrato i recenti scontri armati tra al-Fatah e Hamas. La militanza giovanile è ormai radicata nella tradizione; già lo stesso Arafat, che per tutta la vita indossò l’uniforme milit are, era stato inquadrato paramilitarmente quando aveva appena dodici anni.
L’Intifada, dal 1987, vide sempre in prima linea ragazzini, spesso bambini con meno di dieci anni. Resta tutto da spiegare, allora, l’assordante silenzio delle agenzie internazionali, Onu in testa, sui bambini soldato palestinesi. L’Unicef, l’agenzia della Nazioni unite che si occupa di infanzia, dedica molta attenzione all’endemico conflitto israelo-palestinese. Lamenta puntualmente – e giustamente, ci mancherebbe – le vittime dei conflitti a fuoco e delle rappresaglie israeliane. Si preoccupa che “bambini e adolescenti, che costituiscono oltre metà della popolazione palestinese, stanno vivendo in un drammatico stato d’assedio”. Denuncia la precarietà economica, sociale e sanitaria dei giovani arabi di Cisgiordania e Gaza. Puntualmente, con note che si susseguono a cadenza mensile.
Bambini soldato Ma silenzio, completo silenzio, sul fatto che, oltre che dei “cattivi” israeliani, i ragazzini palestinesi sono anche vittime delle organizzazioni militari del loro stesso popolo, che li mandano all’attacco all’arma bianca contro i militari israeliani, che li armano e li impiegano nella guerriglia, che li imbottiscono di esplosivo e li trasformano in kamikaze.
L’Unicef sposa pienamente i dinieghi ufficiali di Hamas & C., e chiude tutti e due gli occhi sui dati, incontrovertibili, riguardo l’età dei giovani combattenti. E, quando elenca i suoi sforzi contro la piaga dei bambini soldato, allinea Afganistan, Angola, Burundi, Colombia, Costa d’Avorio, Liberia, Uganda, Repubblica democratica del Congo, Sierra Leone, Somalia, Sudan e Sri Lanka.
Non manca proprio nessuno?

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